FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Sulla rotta del mediterraneo: 700 bambini morti nel 2016

(28 febbraio 2017) - I bambini e le donne rifugiati e migranti subiscono regolarmente violenza, sfruttamento, abuso e detenzione lungo la rotta del Mediterraneo Centrale, dal Nord Africa all’Italia: è la denuncia contenuta nel nuovo rapporto presentato dall’Unicef.
28 Febbraio 2017

(28 febbraio 2017) - I bambini e le donne rifugiati e migranti subiscono regolarmente violenza, sfruttamento, abuso e detenzione lungo la rotta del Mediterraneo Centrale, dal Nord Africa all’Italia: è la denuncia contenuta nel nuovo rapporto presentato dall’Unicef.  Lo scorso anno 4.579 persone sono morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo dalla Libia, ed è stato stimato che almeno 700 delle persone che hanno perso la vita erano bambini. Il rapporto (della serie “Child Alert”) fornisce un quadro accurato dei terribili rischi che I bambini rifugiati e migranti affrontano durante i pericolosi viaggi dall’Africa sub Sahariana alla Libia, fino alla traversata via mare per raggiungere l’Italia. ““La rotta del Mediterraneo Centrale, dal Nord Africa all’Europa, è tra quelle al mondo in cui muoiono più persone ed è tra le più pericolose per i bambini e le donne”, ha dichiarato Afshan Khan, Direttore regionale e Coordinatore Speciale dell’Unicef per la Crisi dei Rifugiati e dei Migranti in Europa. “La rotta è per la maggior parte controllata dai trafficanti e da altre persone che vedono come prede i bambini e le donne disperati che sono semplicemente alla ricerca di un rifugio o di una vita migliore. Sono necessarie vie e piani di sicurezza sicuri e legali per proteggere i bambini migranti, per tenerli al sicuro e lontano dai predatori”. Unicef  chiede urgentemente ai Governi e all’Unione Europea di supportare e adottare queste azioni: proteggere i bambini rifugiati e migranti, in particolar modo quelli non accompagnati, da sfruttamento e violenza; porre fine alla detenzione dei bambini richiedenti lo status di rifugiato o migranti, introducendo una serie di alternative praticabili: tenere unite le famiglie, come migliore mezzo, per proteggere i bambini e dare loro il riconoscimento di uno status legale; consentire ai bambini rifugiati e migranti di studiare e dare loro accesso a servizi sanitari e di altro tipo, di qualità; chiedere di intraprendere azioni sulle cause che spingono a movimenti di massa di migranti e rifugiati; Promuovere misure che combattano xenofobia, discriminazioni e marginalizzazione nei paesi di transito e di destinazione.  L’organizzazione finora ha fornito a 182.500 bambini rifugiati e migranti diversi servizi e sta ampliando il suo programma nel Mediterraneo in Grecia e in Italia, supportando gli sforzi dei Governi per migliorare i servizi di riunificazione familiare e di protezione dei bambini. Ha inoltre firmato un accordo di cooperazione nell’aprile 2015.  (fonte Redattore sociale)