Roma, 11 luglio 2024 – La quarta giornata del Corso di formazione "Linee di pastorale migratoria" è stata dedicata all'impegno culturale della Fondazione Migrantes e all'azione di advocacy nel contesto nazionale e internazionale.
L'intervento di apertura, affidato a S. E. Mons. Gian Carlo Perego, ha preso in esame il senso magisteriale della cultura. A partire dall'art. 1 dello Statuto Migrantes, dal n. 53 della Gaudium et spes e dal n. 26 della Fratelli Tutti, l'arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente di CEMi e Fondazione Migrantes ha analizzato le modalità con cui entrare in relazione con l'altro, con il mondo, senza cedere alla tentazione di rinchiudersi nella sola dimensione ecclesiale. Di contro, «la "cultura dei muri" sembra essere la cultura prevalente in Europa, ma non solo. Esempio di una democrazia debole. L'incontro è il cuore della democrazia». Ne consegue la «necessità di promuovere l'incontro – fra le persone, operatori pastorali e sociali, Migrantes dei territori, mondo della ricerca –, purché sia incontro generoso, orientato al servizio agli ultimi, al bene comune e alla ricerca della verità. La cultura dell'incontro – la fantasia della cultura dell'incontro – rende possibile fare della città il luogo dell'incontro». La giustizia è un aspetto fondamentale per il nostro lavoro. Per quanto concerne l'azione di advocacy, citando Paolo VI, mons. Perego ha ricordato che «non si dà per carità ciò che è dovuto per giustizia». Un esempio, fra i molti: 14 mila donne ex vittime di tratta sono tornate alla vita come madri, lavoratrici, imprenditrici anche grazie all'art. 18 inserito nella Legge Turco-Napolitano. Citando a più riprese papa Francesco e Benedetto XVI, è stato chiarito il ruolo della Chiesa per la giustizia, un ruolo di promozione, denuncia e amore (Mazzolari), mai ideologico.
Mons. Valentino Bulgarelli, sottosegretario della CEI e direttore dell'Ufficio catechistico nazionale, ha affrontato il cammino sinodale delle Chiese in Italia. Un percorso stimolante ma complesso, affrontato avendo presenti le sfide dell'oggi, che passano anche per un coinvolgimento delle Chiese locali e dei territori nell'ottica della sinodalità. «Se ci fermassimo a ragionare solo sugli strumenti senza ragionare sul fine, non staremmo facendo un lavoro utile alla Chiesa». Piuttosto, serve scoprire la missione della Chiesa secondo lo stile della prossimità.
Edoardo Patriarca, portavoce del Festival della migrazione di Modena, ha illustrato la realtà di questa importante manifestazione. Un'esperienza ecclesiale nata dal basso, sostenuta dalla Fondazione Migrantes, che offre un punto di vista originale sulla mobilità.
Nel pomeriggio, in un avvicendamento di esperienze di valore condotte sul territorio, Lucia Ercoli, medico e fondatrice di "Medicina solidale" a Roma, ha illustrato le diverse azioni messe in campo a favore dei minori stranieri: dalle modalità di espressione ai progetti laboratoriali, dall'affido all'accompagnamento di famiglie, anche ferite dall'allontanamento dei minori, e di giovani che sperimentano la realtà carceraria, della disabilità e del disagio mentale.
Simone Strozzi, operatore della pastorale con rom e sinti in Campania, ha portato l'esperienza dell'associazione "Arrevutamoce": una luce, soprattutto per i bambini rom di Scampia e Giugliano, ma anche un'occasione di scambio con la comunità locale, per superare pregiudizi e discmininazioni.
Delfina Licata, curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, ha preso in esame il tema dell'emigrazione italiana all'estero. Un fenomeno che è cambiato nel corso negli anni, nei numeri e nelle caratteristiche, e che richiama l'attenzione della comunità civile e della Chiesa.
Infine, Sergio Durando, direttore regionale Migrantes di Piemonte e Valle d'Aosta, ha portato la progettualità che sta dietro alle 4a edizione del Festival dell'accoglienza di Torino (14 dicembre-31 ottobre 2024): un realtà nata per celebrare la Giornata mondiale del migrate e del rifugiato (29 settembre), ma che riunirà anche la Giornata della memoria e dell'accoglienza (3 ottobre), la Giornata europea contro la tratta (18 ottobre) e la Giornata missionaria mondiale (20 ottobre). In occasione di quest'ultima, si celebrerà anche la canonizzazione del beato Giuseppe Allamano, uno dei "santi sociali" della città di Torino, fondatore dei missionari e delle missionarie della Consolata. Il Festival dell'accoglienza di Torino ha durata di un mese e mezzo, coinvolge oltre 50 associazioni del territorio, scuole e autorità, e rappresenta un modello a livello nazionale per la varietà delle iniziative messe in campo. Un approfondimento specifico riguarderà quest'anno i Paesi di origine di un numero crescente di persone migranti in Italia: Bangladesh, Nigeria e America Latina. Previsti anche tre giorni a Trieste, città simbolo della frontiera.
La giornata si è conclusa con la Santa Messa presieduta da don Gianluca Marchetti, sottosegretario della Conferenza episcopale italiana.