(13 febbraio 2017) - Il risultato dellultima consultazione in Svizzera sulle facilitazioni per la naturalizzazione delle terze generazioni rappresenta un bel segnale, in un momento storico nel quale crescono a dismisura le paure e la voglia di alzare muri. A dirlo oggi è il coordinatore nazionale delle Missioni cattoliche di lingua italiane in Svizzera, don Carlo de Stasio, commentando il Sì degli svizzeri, con il 60,4 % dei voti a favore, ad una modifica costituzionale che consenta ai nipoti di immigrati sotto i 25 anni di affrontare meno ostacoli per ottenere il passaporto elvetico. Siamo consapevoli che le paure, le diffidenze, molte volte la non conoscenza dellaltro aggiunge don De Stasio - sono facili strumenti utilizzati per rincorrere chiusure e il non dialogo. Tuttavia, il risultato in controtendenza ovvero che la maggioranza degli elettori e dei Cantoni si sia espressa a favore di questa iniziativa testimonia come la presenza degli stranieri in Svizzera si sia radicata nei decenni e, soprattutto, come a questultimi sia stato riconosciuto un ruolo importante, se non centrale, per la crescita e la prosperità di un paese che dal secondo dopoguerra ha registrato tassi di crescita molto significativi e una presenza di stranieri senza precedenti nella storia. Per il coordinatore delle Mci riconoscere finalmente come cittadini a tutti gli effetti i nipoti delle generazioni che hanno segnato indelebilmente la storia degli ultimi decenni della Svizzera, non può che rappresentare un segnale di speranza per tutta la vicenda migratoria in Europa. Conoscersi, parlarsi, integrarsi nel rispetto delle diversità sono e dovranno continuare ad essere lorizzonte verso il quale la convivenza tra le persone deve guardare. (R.Iaria)