(23 marzo 2016) - La mobilità studentesca è uno dei frutti più importanti e tra le migliori opportunità che lEuropa ha regalato a oltre 350.000 nostri giovani che, purtroppo, si è trasformata in questa occasione in una tragedia. E questo il commento del direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego, alla tragedia delle 7 studentesse Erasmus, morte in un incidente in prossimità della località di Freginals (Spagna).
Non solo la comunità dei 9.000 studenti universitari italiani in Spagna la prima meta scelta da studenti Erasmus ma tutta la comunità dei 137.000 cittadini italiani residenti in Spagna - dati del Rapporto Italiani nel mondo 2015 della Migrantes - in queste ore si è stretta attorno ai familiari delle 13 studentesse vittime del tragico incidente , di cui 7 di nazionalità italiana, conclude il direttore della Fondazione Migrantes. Dopo la visita del Vescovo diocesano, S.E. Mons. Enrique Benavent Vidal, accompagnato dal parroco, ieri don Luigi Usubelli, il sacerdote incaricato da Migrantes per la cura pastorale della comunità italiana di Barcellona, ha incontrato le famiglie delle vittime, offrendo un appoggio spirituale. A Barcellona sono già iniziate le vacanze pasquali, ricorda don Lugi Usubelli, sacerdote bergamasco: per questo motivo molti italiani sono già rientrati per raggiungere i loro cari. Molti di loro hanno appreso la notizia direttamente in Italia. Per coloro che sono rimasti a Barcellona è stata una terribile giornata man mano che arrivavano le notizie.
Unendoci al lutto cittadino, proclamato per due giorni, pregheremo con intensità nelle celebrazioni della Settimana Santa. Ce molto smarrimento e senso dimpotenza soprattutto tra i molti giovani che per motivi di studio o lavoro hanno scelto Barcellona come luogo dove dare un futuro ai propri sogni: così come le sette ragazze italiane, ricercatrici appassionate il cui sogno si è infranto in una notte, continua don Usubelli. La tragedia è grande, lo sconforto è molto soprattutto tra le famiglie che avevano una sola figlia. Tutte le ragazze erano brillanti nei diversi campi di ricerca ed alcune erano anche molto religiose e impegnate in attività di solidarietà, conclude il sacerdote.