(22 marzo 2016) - La comunità italiana presente a Barcellona desidera stringersi ai familiari del tragico incidente in prossimità della località di Freginals (Spagna) in cui hanno trovato la morte 13 studentesse del programma Erasmus di cui 7 di nazionalità italiana. A dirlo è don Luigi Usubelli, il sacerdote incaricato da Migrantes per la cura pastorale della comunità italiana di Barcellona, una delle città europee con maggiore presenza di nostri connazionali. Ieri il vescovo diocesano di Tortosa, mons. Enrique Benavent Vidal, accompagnato dal parroco, ha fatto visita ai famigliari e portando le condoglianze del nunzio apostolico mons. Renzo Fratini. .
Papa Francesco ha inviato un telegramma di cordoglio per le vittime dellincidente. Nel testo, inviato tramite il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, a monsignor Enrique Benavent Vidal, Vescovo di Tortosa, papa Francesco cita la dolorosa notizia che ha provocato la morte di un gruppo di giovani studentesse e offre preghiere di suffragio per le vittime e auguri di pronta guarigione dei feriti. Infine, il Papa indirizza sentimenti di vicinanza e consolazione alle famiglie che piangano tale irreparabile perdita, chiedendo al Signore che doni loro la serenità spirituale e la speranza cristiana. Oggi don Usubelli, visiterà le famiglie offrendo un appoggio spirituale.
A Barcellona dice don Usubelli - sono già iniziate le vacanze pasquali. Per questo motivo molti italiani sono già rientrati per raggiungere i loro cari. Molti di loro hanno appreso la notizia direttamente in Italia. Per coloro che sono rimasti a Barcellona è stata una terribile giornata man mano che arrivavano le notizie. Unendoci al lutto cittadino proclamato per due giorni ha aggiunto - pregheremo con intensità nelle celebrazioni della Settimana Santa. Cè molto smarrimento e senso dimpotenza soprattutto tra i molti giovani che per motivi di studio o lavoro hanno scelto Barcellona come luogo dove dare un futuro ai propri sogni. Così come queste sette ragazze il cui sogno si è infranto in una notte. (Raffaele Iaria)