(21 marzo 2016) - Lurgenza di superare uninformazione allarmistica e ideologica per riconoscere cause, responsabilità e dimensioni di un fenomeno che, insieme a enormi problematiche, porta con sé un contributo di ricchezza per tutto il Paese e, quindi, un reciproco vantaggio: il Consiglio Permanente ha affrontato in questi termini le questioni legate allimmigrazione, soffermandosi in particolare sulla verifica dellaccoglienza nelle diocesi italiane dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Già la prolusione chiedeva come lEuropa, a fronte di questo tragico esodo, possa pensare di erigere muri e scavare fossati, invece di avviare processi di vera integrazione, secondo onestà, tempi rapidi, regole e fiducia da parte di tutti. Approfondendo tale prospettiva, i Vescovi voce di una Chiesa che ha il Vangelo in mano si sono lasciati interrogare dalle situazioni di instabilità del Medio Oriente e, più ancora, del Nord Africa, facendosi solidali con quanti chiedono protezione internazionale; hanno condiviso la preoccupazione per gli esiti di gestione dei flussi migratori, che segnalano una vera e propria selezione e, quindi, unesclusione di nazionalità; hanno sottolineato la necessità di procedure celeri ed efficaci nellidentificazione e nel ricollocamento in Europa, come anche nella messa a punto di un serio programma di inserimento abitativo e lavorativo. In particolare, è emersa la condizione dei minori non accompagnati per i quali ancora si stenta ad avviare percorsi di affidamento in strutture familiari e quella di quanti si sono visti negare il permesso di soggiorno umanitario: sono persone senza prospettive, che rischiano di cadere in situazione di irregolarità, andando a esporsi a condizioni di insicurezza, irreperibilità e sfruttamento.
Partendo dalle accoglienza attive che nelle strutture ecclesiali coinvolgono oltre ventimila persone e che, quindi, costituiscono un quinto dellintero sistema di accoglienza in Italia i Vescovi hanno rimarcato la necessità di giungere a un sistema unico e diffuso, che risponda a standard e procedure comuni e sia sottoposto a verifiche puntuali rispetto ai servizi da erogare e alla trasparenza nella gestione dei fondi. Di qui anche la richiesta, per laccoglienza dei rifugiati, di poter attivare un accreditamento da parte di enti e strutture del privato sociale e del no profit.
Sul fronte interno, il Consiglio Permanente ha riconosciuto limportanza di sostenere un percorso culturale che aiuti le comunità a non aver paura ad aprirsi: lesperienza è stato osservato fa toccare con mano come la solidarietà generosa di tanti diventi via di testimonianza e di annuncio.
Infine, lattenzione allaspetto sociale ha portato i Vescovi a confrontarsi anche sulla questione ambientale e, in particolare, sulla tematica delle trivelle ossia se consentire o meno agli impianti già esistenti entro la fascia costiera di continuare la coltivazione di petrolio e metano fino allesaurimento del giacimento, anche oltre la scadenza della concessioni concordando circa limportanza che essa sia dibattuta nelle comunità per favorirne una soluzione appropriata alla luce dellenciclica Laudato si' di papa Francesco.