(10 novembre 2015) - Non rimanere chiusi nellindifferenza ma aprirci. E linvito rivolto da Papa Francesco ai cittadini di Prato durante il suo discorso sulla piazza della Cattedrale. Ci è chiesto ha detto - di uscire per avvicinarci agli uomini e alle donne del nostro tempo. Uscire, certo, vuol dire rischiare, ma non cè fede senza rischio. Una fede che pensa a se stessa e sta chiusa in casa non è fedele allinvito del Signore, che chiama i suoi a prendere liniziativa e a coinvolgersi, senza paura. Di fronte alle trasformazioni spesso vorticose di questi ultimi anni cè il pericolo di subire il turbine degli eventi, perdendo il coraggio di cercare la rotta. Si preferisce allora il rifugio di qualche porto sicuro e si rinuncia a prendere il largo sulla parola di Gesù. Ma il Signore, che vuole raggiungere chi ancora non lo ama, ci sprona. Desidera che nasca in noi una rinnovata passione missionaria e ci affida una grande responsabilità. Chiede alla Chiesa sua sposa di camminare per i sentieri accidentati di oggi, di accompagnare chi ha smarrito la via; di piantare tende di speranza, dove accogliere chi è ferito e non attende più nulla dalla vita. Siamo stati serviti da Dio che si è fatto nostro prossimo, per servire a nostra volta chi ci sta vicino, ha proseguito, sottolineando che per un discepolo di Gesù nessun vicino può diventare lontano. Anzi, non esistono lontani che siano troppo distanti, ma soltanto prossimi da raggiungere. Da qui il ringraziamento per gli sforzi costanti che la vostra comunità attua per integrare ciascuna persona, contrastando la cultura dellindifferenza e dello scarto. In tempi segnati da incertezze e paure, sono lodevoli le vostre iniziative a sostegno dei più deboli e delle famiglie, che vi impegnate anche ad adottare con linvito a non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà: non rassegnatevi davanti a quelle che sembrano difficili situazioni di convivenza; siate sempre animati dal desiderio di stabilire dei veri e propri patti di prossimità.